L’intero
sistema sanitario è in prima linea nella gestione di un’emergenza mai
affrontata prima. Negli ospedali il personale è sottoposto ad una pressione
incredibile e sta affrontando con un grande responsabilità ogni situazione. Ma
non solo gli ospedali hanno bisogno di aiuto e sostegno in questo periodo.
Anche tutto quello che è il comparto che gira attorno ai nosocomi è impegnato
24 ore su 24 ed in gran parte fa affidamento all’enorme disponibilità dei
volontari.
E così,
anche la Pubblica Assistenza Città di Ravenna ODV lancia la sua
richiesta di aiuto e appoggio, quanto mai necessario in giorni così difficili:
«Dal 23 febbraio – racconta la presidente Angela Gulminelli – la nostra
Unità di Crisi sta lavorando senza sosta per affrontare, e se possibile
prevenire, i possibili problemi di gestione del nostro servizio. ‘Insieme
ce la possiamo fare’ è la frase che usonelle comunicazioni
rivolte agli operatori volontari e dipendenti dell’Associazione. Ne sono
convinta. Non ci siamo persi d’animo anche se sprovvisti di sostegno e di
notizie. Non ricordo una situazione simile e non eravamo pronti ad affrontarla,
ma se ne dovrà parlare, ciascuno per la propria parte, per evitare che succeda
nuovamente che ognuno decida per sé. Le Associazioni in questo senso credo
avranno molto da dire».
In
futuro se ne parlerà, ma oggi bisogna risolvere la situazione attuale: «Per
primissima cosa – racconta ancora la presidente della Pubblica Assistenza Città
di Ravenna – abbiamo pensato a proteggere gli equipaggi e quindi il primo passo
è stato quello di aumentare le scorte di DPI, i Dispositivi di Protezione Individuale.
Ed ecco la prima difficoltà: le mascherine, oltre che aumentate di
costo, sono introvabili. Inoltre, ordini pagati anticipatamente sono sequestrati
o fermi alle frontiere. Per noi è un grandissimo problema dato che tutti i
nostri operatori devono adottare per ogni tipo di servizio un equipaggiamento
di protezione atto a tutelare la loro salute e quella delle persone trasportate».
E,
inevitabilmente, le difficoltà diventano anche economiche: «Gli
approvvigionamenti eccezionali, quelli che solitamente sono sufficienti per
molti mesi, oggi si esauriscono nell’arco di un giorno e non abbiamo
più fondi per acquistarne altri.
Negli ultimi giorni – dice ancora Angela Gulminelli – sono state
attivate due raccolte fondi da Porto Robur Costa Volley e CSI Centro
Sportivo Italiano. Inoltre il Rotaract Club Ravenna ha disposto in
nostro favore un contributo di 1.300 Euro. Tutte iniziative che ci saranno di
grande aiuto e per le quali ringraziamo sentitamente, ma stimiamo in circa
10.000 Euro mensili il costo per i soli DPI e il materiale di sanificazione e
sanitizzazione dei mezzi, senza considerare l’impiego di personale e il maggior
utilizzo dei mezzi. Insomma, abbiamo ancora bisogno, e tanto».
Non
manca un appunto anche a come si è gestita inizialmente l’emergenza delle
forniture e a come provvedere oggi: «Stato e Protezione Civile non sono
riusciti a mettere in campo strategie d’urgenza – dice ancora la presidente
della PA di Ravenna – per sopperire alla mancanza di DPI. Non dico si
dovesse costruire un ospedale in dieci giorni ma riconvertire produzioni forse
di poteva fare. Ma si deve andare avanti, il servizio non si può fermare quindi
ore ed ore sui social a cercare DPI, ore e ore ad emanare protocolli di
servizio tesi a comunicare modalità di servizio diverse, tese a proteggere
equipaggi e pazienti. Ore e ore a monitorare la situazione sperando di avere
buone notizie».
La
Pubblica Assistenza continua a garantire i servizi ordinari, diminuiti per
effetto della chiusura di molti servizi e ambulatori, ed è di supporto all’Ausl
nell’attività di trasferimento dei pazienti da una struttura all’altra per
liberare interi settori degli ospedali destinati a diventare reparti Covid-19.
Inoltre, sono stati anche approntati un pulmino e un’ambulanza per il trasporto
di intere famiglie con pazienti sospetti o conclamati.
«Abbiamo
inoltre predisposto nella nostra sede – evidenzia ancora Angela Gulminelli – un’area
di decontaminazione e sanificazione per i mezzi, nonché di svestizione per gli
operatori impegnati in trasporti di pazienti positivi. Non siamo degli eroi
siamo semplicemente persone che hanno deciso di mettersi a disposizione degli
altri sempre e a maggior ragione in questi momenti. Abbiamo paura? Sì abbiamo paura, per noi e per i nostri familiari,
ma il senso di responsabilità ci fa alzare tutte le mattine per prendere
servizio in centrale, in ufficio per le attività indispensabili a garantire il
servizio, sulle auto che trasportano dializzati o sulle ambulanze. Grazie
quindi a tutti i volontari e dipendenti per quello che fanno, consapevoli che
si tratta del solito lavoro con la differenza che, oggi, c’è un margine di
pericolosità elevato alla massima potenza».
Infine,
l’ultimo, importantissimo appello: La Pubblica Assistenza di Ravenna
sta esaurendo tutte le scorte di DPI, Dispositivi di Protezione
Individuale, e per questo motivo si chiede a cittadini, studi professionali e
aziende di mettere a disposizione, se possibile, questo materiale. Per
contatti: Pubblica Assistenza Città di Ravenna ODV, Via Meucci n. 25
Ravenna, Tel. 0544.400777. Preghiamo tutti di condividere questo appello sui
social e su ogni piattaforma di comunicazione, pubblica e privata.
Si ricorda inoltre che è possibile sostenere la
Pubblica Assistenza Città di Ravenna con un versamento sull’IBAN IT14A0627013181CC0810004858
o attraverso una delle diverse modalità indicate sul sito dell’organizzazione a
questo link: http://www.pubblicaassistenza.ra.it/donazioni-covid-19/